La normativa fiscale stabilisce specifici termini entro i quali l’Agenzia delle Entrate può esercitare il potere di accertamento fiscale.
Questi termini sono di fondamentale importanza per i contribuenti, poiché delineano i limiti temporali oltre i quali l’attività di verifica non può più essere effettuata. Una volta trascorsi questi periodi, il contribuente può considerare chiuso definitivamente il capitolo relativo a un determinato anno d’imposta.
Ad esempio, per il 730 e il modello Redditi presentati quest’anno, che si riferiscono al periodo d’imposta 2023, l’Agenzia delle Entrate avrà un certo lasso di tempo a disposizione entro il quale presentare un accertamento, trascorso il quale non sarà più possibile.
La scadenza del potere di accertamento
Il termine di accertamento è una questione cruciale per i contribuenti, poiché stabilisce quando il Fisco perde il potere di contestare le dichiarazioni. Ai sensi dell’articolo 43 del DPR 600/1973, l’Agenzia delle Entrate deve completare l’attività di accertamento entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione. Questo significa che se un contribuente ha presentato la sua dichiarazione per il 2023, il Fisco potrà effettuare controlli solo fino al 31 dicembre 2029, a meno che non ci siano stati eventi che alterano questo termine.
In caso di omessa dichiarazione, il termine si estende di due anni, permettendo così all’Agenzia di eseguire accertamenti fino al 31 dicembre del settimo anno successivo. Questa distinzione è fondamentale e rappresenta una protezione per i contribuenti che adempiono ai loro obblighi fiscali in modo corretto.
Una volta che il termine di accertamento è scaduto, il contribuente non ha più l’obbligo di conservare la documentazione fiscale relativa a quell’anno. Questo significa che è possibile cestinare dichiarazioni, fatture e scontrini, liberando così spazio e semplificando la gestione dei documenti. Tuttavia, è essenziale essere certi che il termine di scadenza sia effettivamente decorso e che non esistano fattori che possano interrompere o sospendere il termine, come ricorsi o accertamenti legati a reati tributari.
Rischi di comportamenti inadeguati
È fondamentale che i contribuenti comprendano come funziona la decadenza del potere di accertamento. Comportamenti inadeguati, come la mancata presentazione della dichiarazione o la conservazione di documenti oltre il termine, possono esporre a rischi futuri. In particolare, è utile mantenere una buona organizzazione della documentazione fiscale e rispettare le scadenze per evitare eventuali contestazioni.
Per il 2023, è importante sapere quali annualità scadranno il 31 dicembre. Le scadenze di quest’anno dovranno considerare la proroga di 84 giorni prevista durante la pandemia, come stabilito dal Fisco. Questo significa che i termini di accertamento relativi a dichiarazioni presentate nel 2020, 2021 e 2022 potrebbero essere stati estesi, ma non è chiaro se questa estensione si applica anche alle annualità precedenti.
La scadenza del termine di accertamento rappresenta un’importante protezione per i contribuenti, che possono finalmente mettere un punto fermo sulle annualità passate e archiviare le relative documentazioni. Tuttavia, è fondamentale mantenere una buona gestione delle proprie pratiche fiscali, prestare attenzione alle scadenze e conoscere i propri diritti per evitare problemi futuri. La materia fiscale può sembrare complessa, ma con la giusta informazione e preparazione, è possibile affrontarla con maggior sicurezza.